Il sospetto, pellicola del 1975 di Citto Maselli, è uno dei film che abbiamo proiettato al Cinema Farnese nell’ambito del corso di formazione Dall’Italia fascista alla Liberazione attraverso lo sguardo di cinque capolavori del cinema italiano.
Ricevere una lettera dal regista è stata una bella sorpresa: ci fa piacere pubblicarla perché le sue parole racchiudono importanti riflessioni non solo sulla sua opera, ma anche sulla questione del rapporto di Cinema e Storia, centrale nel Corso di Formazione.
Vi ringrazio davvero di cuore per questa vostra preziosa iniziativa e mi dispiace moltissimo non poter essere presente. Finalmente non solo si guarda al cinema come espressione artistica con un suo specifico linguaggio, ma se ne individua la sua capacità di “ ‘raccontare/rappresentare’ la Storia da un proprio punto di vista e allo stesso tempo trasformarsi a sua volta in documento”.
E’ quello che ho cercato di fare con i miei film e sono molto orgoglioso – e di questo vi ringrazio – che Il Sospetto faccia parte di quelle cinque opere da voi scelte per raccontare/rappresentare la storia italiana dal Fascismo alla Resistenza. Per un artista è un riconoscimento importantissimo.
Io devo molto per questo mio film a Paolo Spriano – e alla sua Storia del Partito comunista – e a Luigi Longo, che fu un grande Segretario del Partito comunista italiano. Longo capì fino in fondo l’importanza di una storia del Partito comunista che non fosse propagandistica ma che ne affrontasse fino in fondo tutta la complessità insieme alla sua straordinarietà: e quindi anche tutti gli errori, il settarismo, le spaccature, il clima di sospetto durante la Terza internazionale. Così dopo l’importantissimo libro di Spriano uscirono le memorie di tantissime compagne e tantissimi compagni. Dalla lettura di quelle memorie e da quelle straordinarie vite nasce l’idea del film e la collaborazione in seguito con altri due grandi artisti comunisti: Franco Solinas con cui ho sceneggiato il film e Gian Maria Volonté che ne è interprete eccezionale. Posso dire oggi con orgoglio – da comunista come sono da ormai più di settanta anni – che non solo Longo fu poi entusiasta del film ma che Il Sospetto è stato visto in tantissime sezioni del partito e ha fatto discutere tante compagne e tanti compagni. Discutere e ragionare sulla nostra storia per capire l’oggi e per poter progettare un futuro mondo migliore. E se in parte con il mio film ho contribuito a farlo, vuol dire che davvero ne è valsa la pena.
Grazie ancora,
Citto Maselli