Tag Archive Liberazione

Quartieri resistenti | Nel nido di vespe

di Anna Balzarro

La lente di ingrandimento sui quartieri consente di capire le tante realtà di cui è composta la Resistenza romana. Divisa in 8 zone partigiane, Roma vive più forme di opposizione all’occupante che vanno dalla resistenza armata, al lancio di chiodi a quattro punte lungo le principali vie di comunicazione che portano al fronte, o all’aiuto verso chi è costretto a nascondersi. Se questo è visibile in tutta la città, tuttavia è nei quartieri popolari che si colgono con particolare vivezza le molteplicità di aspetti che nascono, tra l’altro, dall’intreccio tra lotta organizzata e ribellione spontanea.

Ma la partecipazione alla resistenza lascia un segno anche nella fisionomia futura di quei quartieri.

Ancora oggi se ci inoltriamo per il Quadraro, quartiere della periferia sud-est della città a ridosso della via Tuscolana, ci accorgiamo che la Resistenza e il rastrellamento del 17 aprile del 1944, che costò la deportazione di diverse centinaia di uomini in campi di lavoro, hanno lasciato tracce indelebili.

 


Vignette di Vauro tratte dei cartoncini invito per il 59esimo e il 60esimo anniversario del rastrellamento del Quadraro (aprile 2003 / aprile 2004).
Quartieri resistenti: nel nido di vespe del Quadraro

Ancora oggi se ci inoltriamo per il Quadraro, quartiere della periferia sud-est della città a ridosso della via Tuscolana, ci accorgiamo che la Resistenza e il rastrellamento del 17 aprile del 1944, che costò la deportazione di diverse centinaia di uomini in campi di lavoro, hanno lasciato tracce indelebili.

Pubblicato da Irsifar Roma resistente su Domenica 26 aprile 2020
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25 aprile 2020

di Paola Carucci

Questa iniziativa dell’Istituto nazionale “Ferruccio Parri” di celebrare il 75° anniversario della Liberazione coinvolgendo tutti gli istituti della rete – nonostante le condizioni eccezionali che stiamo vivendo – mi ha fatto tornare alla mente le celebrazioni del 2005, in cui vennero organizzate conferenze nelle principali città, seguendo da sud a nord, come recitava il titolo, “Il percorso della Libertà”, che si concludeva a Milano con un appassionato intervento dell’allora presidente dell’INSMLI, Oscar Luigi Scalfaro, davanti a una vastissima platea di studenti.

Roma, il cui status di “città aperta” non fu rispettato né dai tedeschi né dagli Alleati, dopo l’armistizio non fu solo occupata dai tedeschi come quasi tutto il resto del territorio nazionale, ma perse anche il ruolo di Capitale e ogni riferimento istituzionale con la fuga del re e del governo a Brindisi, lasciando senza difesa la città, ove solo gruppi di civili e di militari si opposero valorosamente alle truppe tedesche. Né operavano più nella città i ministeri e gli enti pubblici, simbolo del potere centrale e della Roma impiegatizia, ridotti a uffici stralcio degli organi di governo trasferiti e dislocati in varie città del nord: funzionari e impiegati furono sottoposti all’invito pressante, poi minaccioso – in parte non eseguito – di trasferirsi al nord. Assunse un ruolo importante l’ufficio politico affidato nel gennaio 1944 al questore Pietro Caruso, proveniente dalla Milizia, mentre imperversavano nella città la banda Koch e la banda Perrone, che si distinsero per le persecuzioni ai romani, particolarmente agli ebrei, i quali già avevano subìto il dramma del rastrellamento del 16 ottobre, da parte degli occupanti, e la massiccia deportazione ad Auschwitz.

Numerosi furono gli interventi di resistenza armata, soprattutto ad opera dei GAP, anche se diverse furono le reazioni nei quartieri della città, studiati nel corso degli anni per le loro peculiarità, operazione necessaria anche per ricomporre un quadro d’insieme. Emersero anche forme molteplici di resistenza non armata. La comunità nel suo complesso conobbe le difficoltà degli approvvigionamenti, la fame e la borsa nera che, specie nei quartieri più poveri, determinarono l’assalto ai forni, ad opera soprattutto delle donne. La presenza dei tedeschi creava uno stato diffuso di paura, acuito dal coprifuoco, dal rischio effettivo delle delazioni per quanti nascondevano in casa un ebreo, un renitente alla leva o un militare, dai frequenti bombardamenti degli Alleati, dalla snervante attesa del loro ingresso nella città, incautamente ritenuto prossimo subito dopo lo sbarco di Anzio. Il nome di via Tasso suscita ancora una percezione di terrore nei romani di età più avanzata.

Gran parte della popolazione, e non solo i cattolici, trovava un punto di riferimento nel papa, o meglio nel vescovo di Roma. La presenza del Vaticano e di molti edifici pontifici disseminati nella città contribuiva a difendere dai bombardamenti, ma esisteva anche una rete di assistenza e accoglienza – per quanti temevano per la loro vita a causa dell’appartenenza “razziale”, o per ragioni civili e politiche – che era offerta dai numerosi conventi e istituti religiosi presenti nella città. Il comportamento del papa – dai contemporanei percepito come protettivo, ma non esente da ambiguità come è emerso dalla storiografia successiva – potrà essere ulteriormente approfondito ora che sono stati aperti al pubblico gli archivi del suo pontificato, anche se è già nota una serie di documenti della S. Sede sul periodo bellico. Pio XII mantenne relazioni diplomatiche con gli Alleati e con i tedeschi e si fece interprete di un’”imparzialità”, finalizzata ad evitare lo scontro armato per la liberazione della città. Anche alcuni dei partiti antifascisti del CLN, costituito il 9 settembre, erano contrari allo scontro, mentre i partiti di sinistra avevano subìto gravi e numerosi arresti negli ultimi mesi. Inoltre poteva costituire un freno anche il drammatico epilogo alle Fosse Ardeatine dell’attentato di via Rasella.

A Roma, dunque, venne intrapresa un’attività politica tesa al recupero del suo ruolo di Capitale su nuove basi democratiche e istituzionali, accompagnata da una diffusa stampa clandestina. Il CLN centrale chiese, in un ordine del giorno del 16 ottobre, la costituzione di un nuovo governo espresso dalle forze antifasciste, che doveva assumere tutti i poteri costituzionali dello Stato, condurre la guerra a fianco degli Alleati e convocare, dopo la Liberazione, un’Assemblea costituente per decidere la forma istituzionale dello Stato. Non è qui il caso di ripercorrere questo cammino, segnato dal congresso di Bari e dalla “svolta di Salerno”. Dalla situazione che ne seguì il re nominò, al momento della Liberazione della città, luogotenente del Regno il figlio Umberto, che entrò nella Capitale al seguito degli Alleati, pensando forse di salvare così la monarchia. Ma il governo Bonomi, subito instaurato con i sei partiti antifascisti, ricevette l’investitura dal CLN centrale e non dal luogotenente, segno evidente della volontà di rottura della continuità istituzionale, e con la prima “Costituzione provvisoria” del 25 giugno, riprendendo i punti del citato ordine del giorno, avviò il percorso che porterà alla Costituente.

Un ulteriore aspetto, infine, è stato di recente affrontato dall’ampia e approfondita ricerca sulla liberazione di Roma di Gabriele Ranzato, che analizza a fondo anche le ragioni della “mancata insurrezione” e ripercorre puntualmente ogni aspetto della Resistenza romana. Ranzato colloca l’analisi dei nove mesi di occupazione nel contesto generale della guerra, evidenziando anche le divergenze tra inglesi e americani sulla conduzione delle operazioni, l’inefficienza dei servizi segreti, la scarsa comunicazione tra gli Alleati e la Resistenza romana e le ragioni della reciproca incomprensione, l’obiettivo degli americani di liberare la prima Capitale dell’Asse in anticipo rispetto allo sbarco in Normandia e la volontà del generale Clark di entrare, come liberatore, a Roma.


Immagine in evidenza: rielaborazione grafica a cura di Andrea Sangiovanni di uno stralcio di lettera scritta da Enrica Filippini Lera e Vera Michelin Salomon al Comando n. 1 Special Force il 29 settembre 1945, conservata presso The National Archives (Londra).
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#RaccontiamolaResistenza#aRoma

#RaccontiamolaResistenza#aRoma
Prende il via sulla pagina Facebook Irsifar Roma resistente la campagna dell’Istituto #RaccontiamolaResistenza#aRoma, che si inserisce nella grande iniziativa social dell’Istituto Nazionale Ferruccio Parri #RaccontiamolaResistenza.
Arriveremo insieme a celebrare il 25 aprile attraversando i passaggi chiave della Resistenza che si combatte nella capitale: una città occupata, una città bombardata, una città che resiste.
Entreremo nei quartieri, ci fermeremo su alcune figure, apriremo uno scorcio sui problemi, le fonti, i cantieri della Resistenza. Ad accompagnarci storici, filmati, documenti. A tenerci insieme la volontà di condividere le conoscenze e le esperienze maturate in questi anni. Ma anche quei valori di partecipazione, solidarietà, unità nazionale che ci orientano, oggi più che mai, nel presente.

Il materiale prodotto sarà reso disponibile anche sul sito in questa pagina.

Quartieri resistenti| Passeggiata attraverso Ostiense Testaccio, tra storia e memoria
Racconti resistenti | Una lettura da “Un anno a giugno”
Quartieri resistenti | Piazza Bologna. Antifascismo in un quartiere fascista
Video resistenti | La Liberazione di Roma
Maria Michetti, una donna nella Resistenza romana
Lettera di Vera Michelin Salomon e Enrica Filippini Lera
Quartieri resistenti | Nel nido di vespe
25 aprile 2020
Quartieri resistenti | La Resistenza nel quartiere romano di Tor Pignattara
Le fontane dei GAP durante l’occupazione nazifascista

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L’Annale IRSIFAR 2014

Indice

RUGGERO ZANGRANDI: UN VIAGGIO NEL NOVECENTO

  • Dopo Il lungo viaggio. I conti con la storia di Ruggero Zangrandi, di Mariuccia Salvati
  • L”altro viaggio’ di Ruggero Zangrandi: la fuoriuscita dall’orizzonte ideologico del fascismo nel Diario inedito del carcere, di Luca La Rovere
  • L’8 settembre di Ruggero Zangrandi, di Elena Aga Rossi 
  • Le penne del Tasso. L’Italia (de)scritta dagli studenti, di Laura Cardinale
  • Un ricordo, di Gabriella Zangrandi

Prospettive di ricerca

  • Il fascismo a settant’anni dalla Liberazione. Oltre le ‘parentesi’ e le ‘rivelazioni’, di Ugo Mancini

Dal premio “Nicola Gallerano”

  • Liturgie e devozioni di guerra: la Chiesa cattolica fiorentina nel primo conflitto mondiale, di Matteo Caponi
  • Il ritorno in Italia dei sopravvissuti alla Shoah: considerazioni introduttive, di Elisa Guida

La scuola e la storia

  • Un concorso per i settant’anni della Liberazione di Roma, di Irma Staderini

  • Il premio ‘Nicola Gallerano’. XVI edizione, 2013 
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L’Annale IRSIFAR 2004

Indice

ROMA TRA FASCISMO E LIBERAZIONE

Presentazione

  • La ricostruzione di una politica nazionale nella capitale, di Claudio Pavone
  • Memoria e dimenticanza: dalla Liberazione ad oggi, di Alessandro Portelli
  • Dalla Resistenza alla Costituzione: la formazione della classe politica repubblicana, di Mariuccia Salvati
  • I giovani romani e la Repubblica sociale, di Ornella Stellavato
  • La visita di Hitler a Roma nel maggio 1938, di Maddalena Vianello

Documenti

  • Dall’Archivio istituzionale dell’IRSIFAR

Memorie

  • Le memorie di Auschwitz. Commemorazioni e uso pubblico della storia, di Enzo Traverso

Didattica

  • Cinema, storia, generazioni, di Maria Rocchi
  • Il premio ‘Nicola Gallerano’ 2004
  • Attività svolte dall’IRSIFAR da settembre 2004 a luglio 2005
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L’Annale IRSIFAR 2003

Indice

ROMA 1944-45: UNA STAGIONE DI SPERANZE

  • Presentazione
  • ‘Tempo umano’: a Roma dopo la dittatura (1944-45), di Mariuccia Salvati
  • La traversata. Dal fascismo all’antifascismo, di Goffredo Fofi
  • ‘La strada per Roma’. Riflessioni su una ricerca iconografica negli archivi alleati, di Umberto Gentiloni
  • Fra speranze e lotta per la sopravvivenza, di Pietro Scoppola
  • Il ‘Ritrovo’, un tentativo di ospitalità culturale nella Roma appena liberata, di Elena Giolitti
  • Testimonianza sul dopoguerra romano, di Luciano Cafagna
  • La stampa romana tra rinascita e disincanto, di Andrea Sangiovanni
  • Un laboratorio per la nuova Italia, di Giulia Albanese
  • Giornali e riviste edite a Roma nel periodo 6 giugno 1944-31 dicembre 1945

Memorie

  • Invocazioni della memoria e ragioni della storia: a proposito del ‘Giorno della memoria’, di Anna Rossi-Doria
  • I giovani e la storia. ‘Noi ricordiamo. Memoria, Resistenza, Liberazione. 1944-2004’, di Annabella Gioia
  • Il premio ‘Nicola Gallerano’ 2003
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